Punti di vista giapponesi

Ciclo di eventi in collaborazione con l’Associazione Culturale Italo-Giapponese “Yu Jo” di Trieste
domenica 8 / lunedì 9 / mercoledì 11 settembre 2019

Civico Museo d’Arte Orientale
via San Sebastiano 1

Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, Sala Bobi Bazlen
via Rossini 4

Il Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste propone, nelle sedi del Civico Museo d’Arte Orientale e della Sala Bobi Bazlen del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, un ciclo di tre eventi intitolato Punti di vista giapponesi, realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Italo-Giapponese “Yu Jo” di Trieste, con il coordinamento di Stefano Bianchi, responsabile di P.O. Musei Storici e Artistici e conservatore del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, e di Michela Messina, conservatore del Civico Museo d’Arte Orientale.

Il ciclo prende spunto da un interrogativo: che idea hanno i Giapponesi della città di Trieste? Gli abitanti del paese del Sol Levante che visitano la nostra città sono sempre in aumento e non sono solo turisti occasionali: c’è una fetta consistente di visitatori che viene appositamente per osservare le peculiarità della città. In questi eventi le impressioni e le opinioni dei visitatori giapponesi verranno condivise con il pubblico, per riscoprire il fascino e le curiosità di Trieste in modo variegato e coinvolgente.

Tutti gli eventi sono a ingresso libero. I posti sono limitati e non è prevista prenotazione (40 persone presso il Civico Museo d’Arte Orientale, 85 persone presso la Sala Bazlen del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”).

Scarica il pieghevole [pdf]

Info
tel. +39 040 3220736 | +39 040 675 4068
museoarteorientale@comune.trieste.it
museoschmidl@comune.trieste.it

Calendario

Curiosità nella città.
Studentesse giapponesi alla scoperta di Trieste

Domenica 8 settembre 2019, ore 11
Civico Museo d’Arte Orientale

Il sociologo Testutada Suzuki, docente dell’università Kyoai Gakuen della prefettura di Gunma, è a Trieste assieme a dieci studentesse il cui campo di studi si incentra sulla storia moderna dell’Italia, comprese la storia e l’attualità di Trieste. Le studentesse, durante il loro soggiorno, stanno scattando fotografie nei luoghi della città che colpiscono la loro attenzione. Le foto verranno presentate al pubblico durante l’appuntamento al Museo, come spunto per un dialogo con il pubblico triestino presente.

Tetsutada Suzuki, nato a Yokohama, vive in Giappone, dove è sociologo e professore assistente presso l’Università di Kyoai Gakuen nella prefettura di Gunma. È stato a Trieste nel 2006 per motivi di studio sulle tematiche delle dinamiche transfrontaliere nell’Alto Adriatico e sulla riconciliazione delle popolazioni che abitano le zone di confine. Affezionatosi a queste terre, alla città di Trieste e all’Istria, ha imparato l’italiano. Tra i suoi scritti, “Trieste a due piani” è inserito nell’antologia “Migrazioni e paesaggi urbani”, a cura di Melita Richter, ed. CACIT-Coordinamento delle Associazioni e delle Comunità degli Immigrati della Provincia di Trieste, 2006; “Trieste, città aperta? Impressioni della città vista da lontano” nell’antologia “Profumi d’Istria” curata dal Circolo della Cultura Istro-veneta Istria nel 2011; “Libri inediti di tanti Marco Polo” nell’antologia “Libri Migranti”, a cura di Melita Richter, Cosmo Iannone Editore, 2015.

Le vie di Trieste.
Trieste e l’Italia secondo gli scrittori giapponesi

Lunedì 9 settembre 2019, ore 17.30
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

In Giappone la città di Trieste è conosciuta soprattutto grazie al libro Trieste no sakamichi (Le vie di Trieste), della scrittrice e traduttrice Atsuko Suga, che ha vissuto in Italia negli anni ’60 del ‘900, pubblicato nel 1995, ma non ancora tradotto in italiano. Mitsugu Harada presenterà questo libro, insieme ad altri scritti sull’Italia da parte di noti scrittori giapponesi come Haruki Murakami, Nanami Shiono, Mari Yamazaki.

Mitsugu Harada, originario di Kobe, giunge a Trieste nel 2006 per studiare il contrabbasso presso il conservatorio “G. Tartini”. Da allora vive stabilmente a Trieste, svolgendo attività di musicista e di mediatore culturale. Collabora attivamente con vari enti del territorio (tra cui l’Associazione culturale italo-giapponese YUJO e l’Università popolare di Trieste) come docente di lingua giapponese e tiene conferenze che riguardano gli usi e la cultura del Giappone. Nel 2016,consegue il livello C2 dell’esame CILS (Certificazione di italiano come lingua straniera) e svolge attività da traduttore e interprete.
I suoi articoli sulla città di Trieste sono pubblicati sulla rivista “Cronaca” dell’Associazione italo-giapponese di Tokyo e sul sito del Japan-Italy Travel Online. Scrive regolarmente un blog per presentare le notizie e le curiosità della città e dei dintorni. Nel 2017 ha collaborato a un documentario televisivo sulla città di Trieste del NHK (TV nazionale giapponese).

Suoniamo Trieste!

Mercoledì 11 settembre 2019, ore 17.30
Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

Makoto Nomura e Kumiko Yabu sono due musicisti e compositori giapponesi, affermati anche come improvvisatori musicali. Durante l’evento si esibiranno in composizioni ed improvvisazioni ispirate dalle loro osservazioni su Trieste. In dialogo con i due artisti il pubblico potrà conoscere il metodo di creazione musicale usato per trasporre in musica le curiosità e caratteristiche di una città.

Makoto Nomura, nato a Nagoya, comincia a comporre all’età di 9 anni ed è oggi un compositore affermato nel campo della musica post-moderna. Numerosi artisti e orchestre (tra cui Japan Century Symphony Orchestra, Bochumer Symfoniker, Tokyo City Philharmonic Orchestra) gli hanno commissionato composizioni e vanta numerose pubblicazioni di spartiti e CD (Epic/Sony Record, Tontuu Record, ecc). Nel 1994 ottiene una borsa di studio del British Council Fellowship e studia presso l’Università di York. Si specializza in educazione musicale per bambini, anziani e dilettanti, portando la sua musica in luoghi poco comuni come giardini zoologici, terme e piscine. Nomura è stato visiting professor all’Università nazionale di Arte e Musica in Indonesia, all’Università d’Arte di Tokyo e all’Università di Arte e Design di Kyoto. Come strumentista esegue principalmente le sue composizioni e brani improvvisati. I suoi strumenti principali sono il pianoforte e la melodica, sebbene non si limiti a suonare gli strumenti musicali, ma qualsiasi oggetto che produca suono.

Nata a Osaka e risiedente a Kyoto, Kumiko Yabu è una polistrumentista e compositrice. Laureatasi alla Facoltà di Tecnica del suono per il teatro all’Università J. F. Oberlin di Tokyo, si specializza nella composizione e nell’esecuzione del gamelan (composito strumento a percussione dell’Indonesia) presso l’Università di York. Grazie a una borsa di studio offerta dal governo dell’Indonesia, si perfeziona presso l’Università nazionale di Arte e Musica in Indonesia. Come percussionista e improvvisatrice si è esibita in vari festival come Ergodos Festival (Irlanda), Kontraste Festival (Austria), Aichi Triennale 2010 (Giappone), Yogyakarta Gamelan Festival (Indonesia), Segni Young Generation Festival (Italia).

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